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Pensioni minime 2023: cosa sono e a chi spetta l’aumento

Il 8 Maggio 2023 da Cristina - 7 minuti di lettura

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Pensioni minime 2023

L’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2023 ha stabilito anche delle novità in ambito pensionistico. Si tratta delle pensioni minime, un importo minimo previsto dalla Legge per coloro che, altrimenti, non riceverebbero una pensione tale da poter condurre una vita dignitosa. Il Mio Bonus ti spiega tutto quello che devi sapere sulle pensioni minime nel 2023, gli aumenti previsti e l’integrazione agli assegni pensionistici a seconda del reddito di ciascun cittadino.

Aumento pensioni minime: novità 2023

Il 2023 è arrivato con delle buone notizie in ambito pensionistico: l’aumento delle pensioni minime. Questo valore minimo, stabilito dalla Legge, ogni hanno subisce delle rivalutazioni sulla base dell’inflazione e del costo della vita.

Tuttavia, la Legge di Bilancio 2023, oltre alla rivalutazione annuale, ha previsto un ulteriore incremento degli assegni pensionistici che sarà valido solo per quest’anno.

Importante
La pensione minima sale a 600 euro per gli over 75, mentre per chi ha meno di 75 anni è prevista una rivalutazione straordinaria del 120%, portando l’assegno minimo a 571,61‬ euro.

Perequazione automatica delle pensioni

Per contrastare l’inflazione che si verifica ogni anno e che comporta un aumento dei prezzi, annualmente viene realizzata una rivalutazione degli importi. Così facendo, questi ultimi vengono adeguati in base agli indici ISTAT aggiornati per conservare il potere di acquisto.

Che cos’è la perequazione automatica?
Il termine “perequazione automatica” indica un meccanismo di rivalutazione degli importi delle pensioni che permette di adeguarli all’aumento del costo della vita, secondo i dati ISTAT.

Nel 2023, l’inflazione ha portato ad un innalzamento delle pensioni del 7,3%, passando così a un trattamento minimo pari a 563,73 euro mensili (nel 2022 era di 525,38 euro).

Tuttavia, quest’anno è stata introdotta anche una maggiorazione straordinaria del 1,5% (20% di 7,3%), rivolta a tutti i pensionati. Invece, per i pensionati di età pari o superiore a 75 anni, l’aumento è del 6,4%.

Aliquote di rivalutazione delle pensioni

Un’altra modifica della Legge di Bilancio 2023 riguarda le aliquote di rivalutazione delle pensioni. Infatti, quest’anno si passa da un meccanismo a tre fasce a uno a sei fasce.

In questo modo, la rivalutazione al 100% riguarda solo le pensioni fino a 4 volte il minimo, per poi scalare gradualmente fino al 32%.

Nello specifico, la seguente tabella mostra come si applica la rivalutazione del 7,3%, a seconda della fascia di appartenenza.

Percentuale di rivalutazione Pensione Importo massimo della pensione Percentuale di aumento
100% Fino a 4 volte il minimo 2.101,52 euro +7,3%
85% Da 4 a 5 volte il minimo Tra 2.101,52 e 2.627 euro +6,2%
53% Da 5 a 6 volte il minimo Tra 2.627 e 3.152,28‬ euro +3,8%
47% Da 6 a 8 volte il minimo Tra 3.152,28‬ e 4.203 euro +3,431%
37% Da 8 a 10 volte il minimo Tra 4.203 e 5.253,38 euro +2,701%
32% Sopra 10 volte il minimo Oltre i 5.253,38 euro +2,336%

Cosa sono le pensioni minime?

Al giorno d’oggi, il diritto alla pensione si matura al raggiungimento dei 67 anni d’età e di almeno 20 anni di contributi versati. Tuttavia, esistono persone che, pur avendo raggiunto tali requisiti, l’importo che spetta loro è molto basso.

Per consentire a questi cittadini di condurre una vita dignitosa, nel 1983 è stata introdotta una somma limite garantita a tutti e sotto la quale non si può scendere: la pensione minima.

La pensione minima è un importo minimo, garantito per legge, che spetta a tutti i cittadini titolari di pensione che, data la loro condizione reddituale, riceverebbero un assegno pensionistico inferiore a tale soglia.

Pensione minima vs. Assegno sociale

La pensione minima, però, non va confusa con l’assegno sociale. Se la prima è un’integrazione che spetta a tutti i titolari di pensione che non raggiungono un valore minimo fissato dalla legge, la seconda non è una pensione.

Che cos’è l’assegno sociale?
L’assegno sociale è un contributo economico rivolto a coloro che, al raggiungimento del 67º anno di età, non hanno raggiunto i requisiti per l’assegno pensionistico.

Nel 2023, l’importo massimo dell’assegno sociale è pari a 503,27 euro per 13 mensilità. Questa somma scende a seconda del reddito.

Altre informazioni
Se vuoi conoscere quali sono i requisiti reddituali e anagrafici per l’assegno sociale 2023, ti consigliamo la lettura del nostro articolo dedicato.

Pensioni minime 2023: a chi spetta?

Pensioni minime 2023 a chi spettaLa pensione minima, o integrazione al minimo, spetta a tutti i titolari di pensione diretta e indiretta, a prescindere dall’età e dall’anzianità contributiva. Sono quindi comprese tutte le pensioni (di vecchiaia, anticipata, Opzione Donna, ai superstiti), purché si trovino sotto la soglia prevista.

Inoltre, sono escluse dall’integrazione al minimo le pensioni calcolate con il sistema contributivo, ovvero coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1º gennaio 1996 o che hanno optato per tale sistema di calcolo.

Per ottenere l’integrazione al minimo occorre considerare i redditi percepiti, individuali in caso di pensionato non sposato e coniugali in caso di pensionato sposato.

Quanto aumentano le pensioni minime nel 2023?

Nel 2022, la pensione minima era pari a 525,38 euro. In seguito alla rivalutazione attuata, nel 2023, l’inflazione al 7,3% ha portato ad un incremento dell’assegno pari a 563,73 euro mensili.

Ma, grazie alla maggiorazione, si applica un ulteriore incremento dell’1,5%, portando l’assegno a 571,61‬ euro mensili. Inoltre, solo per gli over 75, l’assegno sale ulteriormente, a quasi 600 euro mensili.

Importi delle pensioni minime nel 2023
  • 571,61‬ euro al mese per gli under 75
  • 600 euro al mese per gli over 75
  • Come si calcola l’integrazione

    calcolo integrazione al minimoPer calcolare l’importo dell’integrazione al minimo, innanzitutto, si prende in considerazione la pensione minima di 563,73 euro. Questo significa che non si tengono in conto le integrazioni previste dallo Stato per il 2023.

    Successivamente, per calcolare l’importo da integrare, si sottrae al limite reddituale fissato dalla legge, il reddito personale o coniugale del pensionato e si divide il risultato per 13 mensilità.

    Così, il risultato viene aggiunto alla pensione già percepita e dà luogo al totale della propria pensione minima.

    Pensionati non coniugati

    Per quanto riguarda il limite di reddito annuo, nel 2023 è pari a 7.328,62 euro per i cittadini non sposati. Con un reddito inferiore a tale soglia si ha diritto all’integrazione al 100%, ovvero di 563 euro.

    Esempio di pensione minima con integrazione al 100%
    Supponiamo che un pensionato abbia un reddito di 5.000 euro e una pensione di 150 euro. Nel suo caso l’integrazione che percepisce sarà nella misura piena (perché il reddito è inferiore al limite), ovvero 563 euro.

    Invece, per i pensionati non coniugati che hanno un reddito superiore al limite, ma inferiore a 14.657,24 euro annui, è prevista un’integrazione parziale.

    Esempio di pensione minima con integrazione parziale
    Supponiamo che un pensionato abbia un reddito di 10.000 euro e una pensione di 300 euro. Nel suo caso l’integrazione è parziale e si calcola sottraendo il reddito al limite (14.657-10.000) e dividendo per 13 mensilità. Si ottengono così 358 euro mensili, che portano la pensione a 563 euro.

    Pensionati coniugati

    Invece, per i pensionati coniugati, i limiti reddituali sono diversi in quanto bisogna considerare i redditi coniugali.

    In questo caso, il reddito annuo individuale del pensionato non deve superare i 14.657,24 euro. Inoltre, il reddito coniugale deve essere inferiore a 29.314,48 euro.

    Attenzione
    I pensionati che sono andati in pensione prima del 31 gennaio 1994 devono considerare solo il reddito individuale, anche se coniugati.

    Quali redditi prendere in considerazione per il calcolo

    Il reddito del pensionato (individuale o coniugale) viene calcolato prendendo in considerazione tutti i redditi utili ai fini IRPEF.

    Vengono, però, esclusi i seguenti valori:

    • redditi esenti da IRPEF (rendite INAIL, pensione di invalidità civile, pensione di guerra);
    • pensioni integrabili al minimo;
    • reddito dell’abitazione in cui si vive;
    • arretrati soggetti a tassazione separata, come il TFR;
    • arretrati da lavoro riferiti ad anni precedenti.

    Quando aumentano le pensioni minime?

    Secondo quanto comunicato dall’INPS, i nuovi trattamenti integrativi diventano effettivi in due date diverse:

    • dal 1º gennaio 2023 sono state erogate le pensioni con rivalutazione totale (100%), ovvero quelle fino a 4 volte la pensione minima;
    • da marzo 2023 verranno versati i nuovi importi a tutti gli altri percettori di pensioni, inclusi gli arretrati di gennaio e febbraio 2023.

    Pensioni minime a 780 euro: chi ne ha diritto?

    Spesso si sente parlare di pensione minima a 780 euro. È importante sottolineare che tale importo esiste, ma non si tratta della pensione minima di vecchiaia.

    Questo importo, invece, riguarda la Pensione di Cittadinanza, ovvero il Reddito di Cittadinanza per le persone con più di 67 anni e che soddisfano i requisiti per percepire il sussidio economico in questione.

    I requisiti per potervi accedere sono molteplici e tale somma può essere integrata anche con la pensione minima. Per questo motivo, è molto importante conoscere i dettagli, in modo da poter beneficiare di un importo superiore (780 euro contro i 563 della pensione minima) che permetta al cittadino di vivere in maniera più dignitosa.

    Altre informazioni
    Se vuoi sapere di più sui requisiti e come richiedere la Pensione di Cittadinanza di 780 euro, ti consigliamo la lettura del nostro articolo.

    Esperta di bonus e agevolazioni e con esperienza nel mondo della comunicazione. Cristina fa parte del team Il Mio Bonus da ottobre 2022 ed è a vostra disposizione se avete dubbi, domande o curiosità sul tema.


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    La sua richiesta
    • rina Vassallo

      Buongiorno volevo fare una domanda: io sono impiegata part time presso uno studio legale da 03/02/2023 e la mia paga è di circa 800 euro al mese. Volevo sapere quando potrò andare in pensione e quanto potrà essere l’importo della stessa.Grazie

      • Andrea

        Buon pomeriggio sig.ra Rina,
        nel nostro articolo può capire meglio come viene effettuato il calcolo nella sezione ´Come si calcola l’integrazione´.
        Un saluto

    • Viviana Coccolo

      Con 35 anni contributi e 54 età riesco ad avere la pensione?

      • Cristina

        Buongiorno,
        Non penso, ma ti consiglio di fare il nostro simulatore di bonus per calcolarlo.

        Un saluto

    • Mariano gallo

      Perché la mia pensione che di origine era di 270 euro a oggi 320 con80:100 non aumenta alla soglia prevista

      • Cristina

        Buongiorno,
        Questo non te lo so dire. Ti consiglio di rivolgerti al CAF o all’INPS per il calcolo corretto.

        Un saluto!

    • Maria pia Festa

      Ho 80 anni e prendo la maggiorazione sociale, ho diritto all’aumento della pensione a 600 euro?

      • Cristina

        Buongiorno,
        Se prendi la pensione minima, allora è già salita a 600 euro.

        Un saluto!

    • Gerardo Dercole

      penzione di inabilita lavorativa cosa mi spetta con 100 per cento invalidita

      • Cristina

        Buongiorno,
        Per sapere cosa spetta in caso di invalidità civile, in particolare al 100%, ti consiglio la lettura del nostro articolo sull’invalidità civile.

        Un saluto!

    • Bombasaro elsa 24/03/1954

      Coniuge deceduto 21.03.2023 titolare di pensione netta mensile di euro 1500. Mio reddito pensione 1150 mensili nette reddito presunto nel 2023 intorno hai 29000 euro quanto può essere la reversibilita

      • Cristina

        Buon pomeriggio,
        Non glielo posso dire con certezza perché il calcolo tiene conto di tutti i redditi percepiti, ma è probabile che lei possa percepire il 60% della pensione del suo coniuge.

        Un saluto!

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