Lavoro

Tutto sul lavoratore autonomo nel 2024: chi è, cosa fa e quali sono i bonus

Il 20 Maggio 2024 da Cristina - 8 minuti di lettura

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lavoratore autonomo 2023

Sei un lavoratore autonomo o stai pensando di diventarlo? In questo articolo de Il Mio Bonus troverai una guida su che cosa significa essere lavoratore autonomo, quali sono le tipologie esistenti e gli obblighi da rispettare. Inoltre, troverai tutti i bonus e le agevolazioni dedicati a questa categoria di lavoratori. Non perderti la guida completa sui lavoratori autonomi e la Partita IVA!

Bonus per lavoratori autonomi nel 2024

Quella del lavoratore autonomo è una categoria che, negli ultimi anni, è stata spesso dimenticata quando venivano erogati i bonus. Infatti, soltanto dopo che venivano indennizzati gli altri lavoratori, lo Stato si ricordava dei liberi professionisti e delle Partite IVA.

Nonostante ciò, l’INPS ha introdotto dei bonus riservati ai lavoratori autonomi e alcuni di questi sono ancora in vigore nel 2024. Vediamo quali sono queste agevolazioni.

Bonus ISCRO

In primo luogo, troviamo il Bonus ISCRO, un’indennità rivolta ai titolari di Partita IVA che nell’ultimo anno hanno dichiarato di aver percepito un reddito inferiore alla media degli ultimi tre anni.

Pertanto, si potrebbe dire che questo bonus funge da cassa integrazione per gli autonomi che, invece, non hanno diritto a questa forma di ammortizzatore sociale.

Importante
Il Bonus ISCRO è pari al 25% “Su base semestrale della media dei redditi da lavoro autonomo dichiarati dal soggetto nei due anni precedenti all’ anno precedente alla prestazione della domanda

Ciò vuol dire che se si richiede il bonus ISCRO nel 2024, si prenderanno in considerazione i redditi del 2023 e del 2022. 

Bonus 200 euro

Bonus per lavoratori autonomi nel 2023

Un’altra misura importante estesa anche ai lavoratori autonomi è l’indennità contro il carovita, meglio conosciuta come Bonus 200 euro. Si tratta di un’indennità “una tantum”, rivolta ai lavoratori autonomi con un reddito inferiore a 35.000 euro.

Introdotta nel 2022, inizialmente era rivolta ai lavoratori dipendenti, disoccupati e pensionati. Per le Partite IVA, invece, ha ritardato così tanto che alcuni lavoratori autonomi la stanno ancora aspettando nei primi mesi del 2023.

Bonus 150 euro

Sulla stessa linea del Bonus 200 euro, troviamo il Bonus 150 euro, una specie di prolungamento della misura precedente a causa del protrarsi dell’incremento dei prezzi.

I requisiti per ottenere questo bonus sono quasi gli stessi del Bonus 200 euro. Tuttavia, il requisito reddituale è più basso: occorre, infatti, un reddito inferiore a 20.000 euro.

Inoltre, a differenza del fratello maggiore che veniva erogato su domanda, il Bonus 150 euro viene versato in automatico a coloro che avevano già ricevuto la somma precedente e che possiedono i requisiti previsti.

Altre informazioni
Nel 2023, i Bonus 200 euro e 150 euro vengono estesi anche agli autonomi senza partita IVA. I requisiti reddituali rimangono gli stessi, ma viene estesa la platea di beneficiari, per esempio agli specializzandi finora esclusi. Se vuoi saperne di più, non puoi perderti il nostro articolo sul Bonus 200 euro per autonomi privi di Partita IVA!

Bonus autonomi Emilia Romagna 2024

Il Bonus autonomi Emilia Romagna è un’indennità destinata ai lavoratori autonomi e professionisti, che hanno dovuto sospendere la propria attività lavorativa a causa delle alluvioni che hanno avuto luogo a maggio 2024 in Emilia Romagna.

L’importo del Bonus autonomi Emilia Romagna è pari a 500 euro per ciascun periodo di sospensione. Questo periodo non può superare i 15 giorni e deve essere compreso tra il 1º maggio e il 31 agosto 2023.

Novità del 2023 per i lavoratori autonomi

Oltre ai nuovi bonus, la Legge di Bilancio 2023 ha introdotto delle novità importanti alle quali i lavoratori autonomi devono prestare particolare attenzione. Queste novità, nello specifico, vanno ad agire su tre diversi fronti.

Regime forfettario

La prima novità riguarda l’incremento del limite dei ricavi per rimanere all’interno del cosiddetto “regime forfettario”, un regime agevolato. Questo tetto, infatti, è stato innalzato da 65.000 a 85.000 euro, consentendo agli autonomi di mantenere delle agevolazioni anche quando la propria attività cresce.

Per coloro che arrivano a superare gli 85.000 euro di ricavi, il passaggio di regime fiscale avverrà soltanto nell’anno successivo.

Tuttavia, se si supera la soglia dei 100.000 euro, allora la fuoriuscita dal regime è immediata e questo comporta il pagamento delle tasse con l’aliquota IRPEF corretta per tutto l’anno 2023.

Regime ordinario

Per i lavoratori in regime ordinario, invece, la novità del 2023 riguarda l’aumento del limite per il passaggio dal regime ordinario in contabilità semplificata a quello in contabilità ordinaria.

Questo passaggio comporta un aumento significativo dei costi e di adempimenti legali che, grazie all’incremento della soglia, semplifica la vita a molti lavoratori autonomi.

Nello specifico, questo limite è stato incrementato come segue:

  • da 400.000 a 500.000 euro per le attività che erogano servizi;
  • da 700.000 a 800.00 euro per le altre attività.

Flat tax incrementale

Infine, la terza novità riguarda l’introduzione della flat tax incrementale per i lavoratori autonomi in regime ordinario.

Grazie a questa novità, molti lavoratori che non rientrano più nel regime agevolato potranno beneficiare di una tassazione minore, pari al 15%, applicata su una quota di reddito.

Cosa significa essere un lavoratore autonomo?

Il termine “lavoratore autonomo” racchiude tutte quelle figure professionali che svolgono la propria attività professionale in autonomia.

Essere un lavoratore autonomo, però, non vuol dire soltanto costituire un’impresa. Rientrano in questa categoria anche i liberi professionisti, gli artigiani e i commercianti.

In altre parole, un lavoratore autonomo offre i suoi prodotti o servizi ai committenti (i suoi clienti) in cambio di una retribuzione e nei tempi concordati.

Caratteristiche del lavoro autonomo
  • Assenza di un rapporto di subordinazione con il datore di lavoro
  • Quasi sempre è dotato di Partita IVA
  • Si assume il rischio di impresa
  • Guadagna in base alle vendite effettive
  • Lavoratore autonomo: quali sono le tipologie?

    I lavoratori autonomi possono rientrare in quattro diverse tipologie.

    Professionista iscritto ad un albo

    Molti professionisti, per poter esercitare la propria professione, devono obbligatoriamente iscriversi ad un albo professionale. Esistono albi per diverse professioni: avvocati, medici, ingegneri, giornalisti, ecc.

    Inoltre, far parte di un albo comporta il versamento dei propri contributi alla cassa previdenziale della propria categoria professionale.

    Importante
    L’iscrizione ad un albo prevede il superamento di un esame, chiamato esame di abilitazione. Soltanto avendo superato questo esame, il soggetto può svolgere quella specifica professione.

    Professionista iscritto alla Gestione separata

    In Italia, non tutte le professioni hanno un proprio albo di riferimento. Si tratta delle cosiddette professioni non regolamentate, dove rientrano i fotografi, i web designer, i grafici, ecc.

    Per questi professionisti, l’INPS ha istituito la Gestione separata, un’apposita cassa previdenziale per coloro che non hanno una specifica cassa di categoria. Per questi lavoratori, l’iscrizione alla Gestione separata è obbligatoria per poter versare i contributi previdenziali.

    Artigiani e Commercianti

    Artigiani e CommerciantiGli artigiani e i commercianti sono una categoria di lavoratori autonomi che, seppur titolari di Partita IVA, hanno delle caratteristiche e obblighi diversi.

    Prima di tutto, questi soggetti hanno l’obbligo di aprire una ditta individuale, che comporta pertanto l’iscrizione alla Camera di commercio. Inoltre, questi lavoratori devono iscriversi e quindi versare i contributi previdenziali alla gestione Artigiani o Commercianti dell’INPS.

    Lavoratore autonomo occasionale

    Quella del lavoratore autonomo occasionale è l’unica categoria per cui la Partita IVA non è necessaria. Infatti, come dice il suo nome, si tratta di un’attività lavorativa occasionale, non continuativa nel tempo.

    Tuttavia, per poter rientrare in questa categoria di lavoratore autonomo, devono verificarsi specifici requisiti dal punto di vista reddituale e di giorni effettivi lavorati.

    Come diventare lavoratore autonomo: la Partita IVA

    Nel momento in cui un soggetto decide di svolgere un’attività professionale in modo autonomo, abituale e continuativo, è necessaria l’apertura della Partita IVA.

    Questo è il primo step per iniziare un’attività di lavoro autonomo e iniziare a svolgere tutte le operazioni di gestione dell’attività.

    Che cos’è la Partita IVA?
    La Partita IVA è un codice numerico di 11 cifre che serve ad identificare il suo titolare in modo univoco. Oltre ad essere un’identificazione, essa serve ad emettere le fatture e a versare i contributi e le tasse al portale dell’Agenzia delle Entrate.

    Lavoratore autonomo senza Partita IVA

    Lavoro autonomo con o senza partita IVA? Come abbiamo accennato prima, esistono delle casistiche in cui un lavoratore autonomo può esercitare la propria attività senza l’obbligo di avere la Partita IVA.

    È il caso del lavoratore autonomo occasionale. E per essere considerato tale, il lavoratore autonomo deve soddisfare i seguenti requisiti:

    • i guadagni annuali devono essere inferiori a 5.000 euro netti;
    • l’attività è di tipo non continuativo, non coordinato e temporaneo;
    • non può trattarsi di un e-commerce;
    • non si può fare pubblicità attraverso annunci, avere un sito web o una presenza sui social media.
    Attenzione
    Non avendo una Partita IVA, al posto della fattura occorre emettere una ricevuta non fiscale con ritenuta d’acconto. Quest’ultima consiste in una trattenuta del 20% che il committente è tenuto a versare all’Agenzia delle Entrate in qualità di sostituto d’imposta.

    Quanto prende di pensione un lavoratore autonomo?

    Quanto prende di pensione un lavoratore autonomoNon è possibile dire esattamente quanto prende di pensione un lavoratore autonomo, perché non esiste una cifra esatta. Come per i lavoratori dipendenti, questo calcolo dipende da molte variabili, tra cui:

    • montante contributivo, cioè la somma dei contributi versati nel corso della propria carriera professionale;
    • coefficiente di trasformazione relativo all’età in cui si va in pensione.

    Inoltre, un altro fattore che determina la pensione che prenderà un titolare di Partita IVA è la gestione o cassa previdenziale a cui è iscritto. Un lavoratore autonomo, infatti, a seconda della propria categoria si iscrive a:

    • Gestione separata INPS;
    • Gestione Artigiani e Commercianti INPS;
    • una Cassa di previdenza.
    Importante
    Le varie Casse previdenziali di categoria hanno un sistema contributivo e previdenziale stabilito da un regolamento. Il sistema di contribuzioni delle Gestioni INPS, invece, ha delle aliquote che variano ogni anno.
    Altre domande frequenti

    Esperta di bonus e agevolazioni e con esperienza nel mondo della comunicazione. Cristina fa parte del team Il Mio Bonus da ottobre 2022 ed è a vostra disposizione se avete dubbi, domande o curiosità sul tema.


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