Ai cittadini stranieri che, per diversi motivi, vogliono o devono rientrare nel proprio Paese è prevista una misura ad hoc per accompagnarli in questo percorso. In particolare, questa misura si rivolge alle persone il cui soggiorno è irregolare o che non possono farvi rientro in maniera autonoma. Si tratta del Rimpatrio Volontario Assistito e prevede un aiuto non solo monetario ma anche di supporto. Il Mio Bonus ti spiega in cosa consiste l’opportunità di far rientro nella propria patria, chi può accedervi e quali sono gli step da seguire nel 2023.
Che cos’è il Rimpatrio volontario assistito?
Il Rimpatrio volontario assistito (RVA) è una misura che permette ai cittadini stranieri che lo desiderano di ritornare nel proprio Paese d’origine. Si tratta, pertanto, di una misura volontaria e presa con consapevolezza, in seguito ad un percorso specifico.
Infatti, non tutti gli stranieri possono facilmente fare ritorno nella propria patria. Per motivi economici e socio-politici, questa scelta è spesso difficile da realizzare.
Perciò, a questi migranti lo Stato italiano garantisce un programma individuale, che prevede l’accompagnamento e il supporto nelle diverse fasi, dalla pre-partenza all’arrivo nel paese. Qui, infatti, è necessario anche uno specifico percorso di reintegrazione sociale.
RVA&R?
Viene definito anche RVA&R per sottolineare l’importanza della Reintegrazione una volta che il migrante ha fatto ritorno nel suo Paese d’origine. Infatti, è fondamentale compiere un percorso di monitoraggio per garantire l’integrazione sociale e lavorativa.
Il Rimpatrio volontario assistito è stato introdotto dal Nuovo Patto Europeo sulla Migrazione e viene regolato dalla Direttiva 2008/115/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio. In Italia, invece, la normativa che lo regola è il Decreto legge n. 89 del 23 giugno 2011.
Rimpatrio volontario assistito: requisiti
Per accedere al Rimpatrio volontario assistito, il cittadino straniero deve possedere determinati requisiti che lo portano a dover lasciare l’Italia. Inoltre, deve trovarsi nella condizione di non poter lasciare il Paese facilmente.
Chi può accedere alla misura
Possono chiedere di accedere al Rimpatrio volontario assistito i cittadini di Paesi terzi che:
- non hanno ancora ricevuto una risposta negativa definitiva alla loro domanda di soggiorno o di soggiorno di lungo periodo e/o di protezione internazionale riconosciuta loro in uno Stato membro;
- godono del diritto di soggiorno, di soggiorno di lungo periodo e/o di protezione internazionale;
- sono presenti in uno Stato membro e non soddisfano (o non soddisfano più) le condizioni di ingresso e/o soggiorno, compresi quelli il cui allontanamento è stato differito.
Chi non può accedere alla misura
Dall’altra parte, non possono chiedere l’accesso al programma Rimpatrio volontario assistito:
- cittadini degli Stati membri dell’Unione Europea o con doppia cittadinanza;
- migranti che hanno già beneficiato dei programmi di Rimpatrio volontario assistito;
- cittadini di Paesi terzi che non richiedono il visto d’ingresso;
- destinatari di un provvedimento di espulsione come sanzione penale oppure di un mandato di arresto europeo o da parte della Corte penale internazionale;
- migranti che si trovano nelle condizioni di cui all’articolo 13, comma 4, lettere a), d) e f) ovvero nelle condizioni di cui all’articolo 13, comma 4-bis, lettere d) ed e) del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286. Queste condizioni prevedono un provvedimento di espulsione dal territorio italiano.
Cosa prevede il Rimpatrio volontario assistito?
Alla base del Rimpatrio volontario assistito vi è la piena consapevolezza dell’adesione al programma. Proprio per questo motivo, il programma è articolato in diverse fasi, al fine di assicurarsi che si tratti di una scelta volontaria da parte del cittadino straniero.
Attenzione
L’adesione al Rimpatrio volontario assistito comporta la rinuncia al permesso di soggiorno nel momento in cui si lascia l’Italia. Tuttavia, il programma non vieta il reingresso sul territorio, purché si faccia una nuova domanda per il permesso di soggiorno.
L’assistenza ricevuta copre i vari momenti del rimpatrio e può essere di tipo logistica, economica, sociale e di reintegrazione. L’assistenza economica, inoltre, è resa possibile da specifici fondi finalizzati a coprire le spese da sostenere per il ritorno.
Questi fondi non riguardano solo il viaggio e gli spostamenti, ma coprono anche le eventuali spese una volta che il soggetto arriva nella sua destinazione (beni, servizi, spese scolastiche, ecc.).
Fasi del programma Rimpatrio volontario assistito
Fasi del Rimpatrio volontario assistito
Pre-partenzaPartenzaArrivo al Paese d’origine
Coloro che decidono, per scelta o per necessità, di rientrare nel proprio Paese e si avvalgono del RVA ricevono molteplici forme di sostegno, nelle diverse fasi del programma.
Prima di tutto, nella fase di pre-partenza, viene offerto un servizio di orientamento e counseling. Qui un esperto valuta il caso specifico, effettua un accertamento della volontarietà e determina la fattibilità del ritorno.
In seguito, nella fase della partenza, il cittadino riceve assistenza per quanto riguarda l’organizzazione del viaggio e gli aspetti logistici. Questo include il rilascio dei documenti di viaggio, l’assistenza aeroportuale e la copertura delle spese per la partenza.
Infine, nella fase di arrivo, ha inizio un percorso di reintegrazione nel Paese d’origine. Questo percorso prevede il supporto necessario per facilitare l’inserimento sociale e lavorativo del migrante attraverso un colloquio e l’erogazione di un’indennità per le spese immediate al rientro.
Benefici che ottiene il cittadino straniero
Quali benefici concreti ottiene il richiedente?
Pagamento delle spese di viaggioDocumenti di viaggioAssistenza aeroportuale per il check-in e i controlli di frontieraContributo pre-partenza (400 euro)Erogazione di beni e servizi all’arrivo nel Paese di origineAssistenza e monitoraggio nei 6 mesi successivi all’arrivo
Rimpatrio volontario assistito: come richiederlo?
Il Rimpatrio volontario assistito è promosso dal Ministero dell’Interno – Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione. Le risorse, invece, provengono da fondi nazionali e/o europei e vengono gestite da enti pubblici e organizzazioni non governative.
Importante
Tutti i progetti che al momento sono
attivi possono essere visualizzati sulla
pagina dedicata alla misura Rimpatrio volontario assistito.
A chi rivolgersi?
I migranti che desiderano partecipare al progetto possono rivoglersi a uno dei seguenti enti:
In alternativa, possono recarsi presso enti pubblici o privati che sono attivi nel settore dell’immigrazione. Questi enti, poi, si metteranno in contatto con uno degli enti attuatori sopracitati.
Quale documentazione serve?
Il primo step da eseguire se si vuole accedere al programma Rimpatrio volontario assistito è quello di scegliere un ente attuatore. All’ente scelto bisogna quindi inviare una dichiarazione di volontarietà formalizzando la sua richiesta.
Una volta ricevuta la dichiarazione, l’ente procede trasmettendo il documento alla prefettura, la quale acquisisce la richiesta e informa la questura. Sarà compito della questura verificare i requisiti del richiedente.
Se la questura approva la richiesta, allora emetterà un provvedimento di ammissione all’ente, che ha il compito di notificare il migrante. Una volta ultimata la parte di accertamento, segue la parte logistica: l’ente supporta e accompagna il migrante nel rilascio del documento per il viaggio e nell’organizzazione del suo ritorno in patria.
Attenzione
In caso di richiesta rifiutata, il richiedente ha 10 giorni di tempo per fornire ulteriore documentazione che provi la sua volontà e idoneità all’adesione del programma.