Lavoro

Bonus 100 euro confermato: come funziona nel 2024

Il 12 Dicembre 2023 da Andrea - 5 minuti di lettura

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100 euroIl bonus 100 euro, conosciuto anche come ex bonus Renzi, viene confermato per il 2024. Inizialmente l’importo del bonus era di 80 euro, successivamente, nel 2020, è stato incrementato a 100 euro. Questa agevolazione contribuisce ad incidere maggiormente sul compenso mensile dei lavoratori dipendenti, sia nel settore pubblico che privato, con redditi non superiori a 28.000 euro. Il Mio Bonus vi spiega nel dettaglio come funziona e la nuova formula che sarà applicata nel 2024 per calcolare il bonus.

Cos’è il bonus 100 euro

Il bonus 100 euro è un’agevolazione destinata a coloro che guadagnano fino a 15.000 euro all’anno. Questa categoria di lavoratori riceverà 100 euro mensili per 12 mensilità, raggiungendo così un totale annuo di 1.200 euro.

I lavoratori con un reddito fino a 28.000 euro avranno accesso al bonus solo se la somma delle detrazioni fiscali previste supera l’imposta lorda dovuta. L’importo del credito IRPEF è calcolato dalla differenza tra le detrazioni e l’imposta lorda, con un limite massimo di 1.200 euro all’anno (equivalenti a 100 euro al mese), e quindi può essere anche ridotto.

La somma viene accreditata in maniera automatica direttamente sulla busta paga o sul conto corrente NASpI. Per ottenere l’informazione esatta sulla data di accredito, è possibile consultare il proprio fascicolo previdenziale presente sul sito dell’INPS.

A chi spettadipendenti

Il bonus 100 euro, nel 2024, è destinato non solo ai dipendenti, ma anche a diverse altre categorie, tra cui:

  • soci lavoratori di cooperative;
  • dipendenti in cassa integrazione (CIG ordinaria, CIG straordinaria, CIG in deroga, assegno ordinario e assegno di solidarietà);
  • collaboratori con contratto a progetto o co.co.co;
  • stagisti e i tirocinanti;
  • percettori di borsa di studio, assegno o premio per studio;
  • lavoratori socialmente utili;
  • sacerdoti;
  • disoccupati in regime di indennità NASpI e DIS-COLL;
  • disoccupati agricoli;
  • lavoratrici in maternità per congedo obbligatorio e lavoratori in congedo di paternità;
  • revisori di società;
  • amministratori comunali;
  • addetti della Pubblica Amministrazione.
Attenzione
Il bonus 100 euro non spetta ai pensionati e ai lavoratori autonomi.

Va sottolineato che, di norma, l’ex bonus Renzi esclude i pensionati salvo quando si tratta di pensionati che svolgono ancora un’attività lavorativa. In questa circostanza, coloro che percepiscono una pensione ma continuano a lavorare come dipendenti, possono ancora beneficiare del bonus 100 euro, poiché l’eventuale pensione ricevuta non viene considerata nel calcolo del reddito limite necessario per accedere a tale beneficio.

È importante tenere presente che il limite di reddito per usufruire del bonus è stato ridotto da 28.000 euro a 15.000 euro lordi a seguito dell’ultima riforma fiscale. Questo rende l’accesso al bonus più selettivo: nonostante il possesso di una pensione non escluda l’accesso al bonus, è necessario che il reddito derivante dal lavoro subordinato si collochi tra i 15.000 euro e gli 8.174 euro.

La nuova formula per calcolare il bonus 100 euro

L’ultima Manovra presenta cambiamenti importanti nel calcolo dei redditi e stabilisce le nuove condizioni per ottenere il bonus. Queste modifiche sono state introdotte in risposta all’accorpamento delle prime due aliquote dell’IRPEF e dei relativi scaglioni, che ora prevedono un’aliquota del 23% per i redditi fino a 28.000 euro a partire dal 2024.

I dipendenti che guadagnano fino a 15.000 euro beneficeranno della quota massima del bonus. Coloro che percepiscono un reddito compreso tra 15.000 euro e 28.000 euro riceveranno il bonus in misura ridotta, con l’importo determinato in base alle detrazioni fiscali applicabili.

Calcolo del bonus per redditi fino a 15.000 eurosoldi

I lavoratori dipendenti che percepiscono redditi fino a 15.000 euro continuano a beneficiare appieno del bonus, trovandosi nel primo scaglione dell’IRPEF caratterizzato da un’aliquota del 23%. Questo specifico scaglione copre redditi compresi tra 0 e 15.000 euro. Va comunque sottolineato che il bonus 100 euro è concesso esclusivamente ai cittadini con redditi superiori a 8.500 euro all’anno.

I beneficiari avranno diritto a un incremento di 100 euro nel loro stipendio mensile, raggiungendo così un totale di 1.200 euro all’anno, solo se l’imposta lorda supera le detrazioni che spettano da lavoro dipendente. Questo metodo è stato progettato per assicurare un accesso equo al bonus, personalizzando il calcolo in base alle particolari esigenze individuali dei lavoratori dipendenti.

Calcolo del bonus per redditi da 15.000 euro a 28.000 euro

Coloro che hanno un reddito compreso tra 15.000 euro e 28.000 euro potranno ancora usufruire del bonus, ma solo se la somma di detrazioni specifiche supera l’IRPF dovuta. In questo caso, l’importo del bonus sarà calcolato considerando la differenza tra la somma delle detrazioni e l’imposta lorda. Le detrazioni considerate nel calcolo del trattamento integrativo includono:

  • familiari a carico;
  • mutui agrari;
  • mutui immobiliari per l’acquisto della prima casa fino al 31 dicembre 2022;
  • redditi da lavoro dipendente e assimilati;
  • spese sanitarie;
  • spese per i lavori in casa, dalle ristrutturazioni alla riqualificazione energetica;
  • erogazioni liberali.

Ciò implica che coloro che non hanno dipendenti a carico, non hanno richiesto mutui e non hanno sostenuto spese per interventi di ristrutturazione o riqualificazione energetica, potrebbero perdere il diritto al bonus.

Come ottenerlo e quando spetta

Non è necessario effettuare una domanda per ottenere il bonus, dato che viene riconosciuto automaticamente a chi ne ha diritto. I dipendenti, sia del settore pubblico sia privato, ricevono il bonus insieme allo stipendio mensile, visibile nel cedolino sotto la voce “Trattamento integrativo L.21/2020”: qui sarà possibile verificare l’importo, variabile a seconda della fascia di reddito.

Il bonus viene erogato sia ogni 30 giorni, sia annualmente. Coloro che ricevono il bonus regolarmente nella busta paga hanno il “conguaglio a credito”; se il trattamento non viene incluso nella busta paga, è possibile riceverlo come conguaglio alla fine dell’anno, da parte del datore di lavoro in fase di dichiarazione dei redditi.

Coloro che hanno ricevuto un importo superiore a quello spettante avranno il cosiddetto “conguaglio a debito”. In genere, il conguaglio viene effettuato entro la fine di dicembre dell’anno di imposta successivo rispetto a quello di riferimento. Chi non ha un sostituto d’imposta otterrà il bonus sotto forma di rimborso direttamente dall’Agenzia delle Entrate.

Altre domande frequenti

Esperta di bonus e agevolazioni, Andrea fa parte del team Il Mio Bonus da novembre 2023 ed è a vostra disposizione se avete dubbi, domande o curiosità sul tema.

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